Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse al cibo che compaiono a seguito dell’assunzione di determinati alimenti o sostanze che l’organismo non riesce a metabolizzare.
Le diverse tipologie di intolleranza alimentare si distinguono per la causa alla base della reazione avversa in:
- Enzimatica, in cui l’organismo non è in grado di digerire determinati alimenti o parti di essi
- Farmacologica, dovute all’azione di alcune sostanze presenti negli alimenti o che i batteri dell’intestino producono durante la loro digestione
- Con causa indefinita, cioè dovuta a una risposta anomala dell’organismo su base psicologica o psicosomatica
- Secondaria, causata da una malattia preesistente
L’intolleranza al lattosio è una delle intolleranze alimentari su base enzimatica più comune che, insieme alla sensibilità al glutine non celiaca (un tempo nota come intolleranza al glutine), condizionano le scelte alimentari di più della metà della popolazione italiana. La sensibilità al glutine non celiaca non va confusa con la celiachia, una condizione infiammatoria intestinale di origine autoimmune (l’organismo attacca sé stesso) dovuta al consumo di alimenti contenenti glutine, o con l’allergia al grano, che invece è una reazione allergica indotta da proteine anche diverse dal glutine presenti nel cereale.
Se si pensa di soffrire di intolleranza alimentare, è importante non sottovalutare il problema e rivolgersi al proprio medico, che provvederà a indirizzare il problema a uno specialista.
Come riconoscere una intolleranza alimentare
L’intolleranza alimentare è una reazione molto diversa da quella di una allergia alimentare.
L’allergia alimentare è causata da una risposta immediata ed esagerata del sistema immunitario nei confronti di una sostanza (allergene) e si manifesta con sintomi anche gravi tra cui: eruzioni cutanee, gonfiore delle labbra e della lingua, congiuntivite, prurito al naso e rinite, tosse e respiro corto. L’intolleranza alimentare, al contrario, è caratterizzata da:
- Una reazione avversa dell’organismo che non proviene dal sistema immunitario. Nell’intolleranza alimentare, l’alimento giunto nell’intestino non viene digerito in modo corretto, causando la comparsa di sintomi gastrointestinali
- Una comparsa graduale dei sintomi, anche a distanza di ore o giorni dal consumo dell’alimento a cui si è intolleranti
- Sintomi che dipendono dalla quantità assunta dell’alimento a cui si è intolleranti. L’organismi, infatti, ha delle soglie di tolleranza al di sotto delle quali i sintomi possono non manifestarsi, per poi aumentare se si continua ad assumere l’alimento non tollerato
Quali sono i principali sintomi di una intolleranza alimentare?
L’intolleranza alimentare si manifesta per lo più con disturbi di tipo gastrointestinale, tra cui:
- Difficoltà a digerire
- Nausea
- Vomito
- Diarrea o stitichezza
- Crampi addominali
- Gonfiore addominale
- Meteorismo
L’intolleranza alimentare, inoltre, può essere accompagnata anche da stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, disturbi del sonno, dolori muscolari e articolari e malessere generale.
Diagnosi di intolleranza alimentare: e adesso?
Se si manifestano con frequenza i sintomi sopra descritti, è bene rivolgersi al medico per valutare la presenza di una intolleranza alimentare. Attualmente non esiste una cura per le intolleranze alimentari. Il modo migliore per alleviare i sintomi di un’intolleranza alimentare è ridurre il più possibile l’esposizione all’alimento che causa l’intolleranza.
Dopo aver identificato quale sia la tipologia di intolleranza alimentare tramite esami specifici, il primo passo è escludere dalla propria dieta gli alimenti a cui si è intolleranti, per un periodo di 2-6 settimane. La dieta di esclusione deve essere fatta da un nutrizionista, per mantenere una dieta bilanciata che contenga ancora tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno. Anche l’aspetto psicologico e sociale di una persona con intolleranza alimentare va tutelato, quindi mai adottare una dieta esageratamente ristretta, se il medico non la consiglia.
Si possono anche assumere integratori alimentari che contengano sostanze in grado di aumentare la digeribilità degli alimenti a cui si è intolleranti. Prendiamo, ad esempio, l’intolleranza al lattosio, lo zucchero presente nel latte e nei latticini, che è causata dalla mancanza dell’enzima lattasi,responsabile della sua digestione. L’assunzione di un integratore alimentare contenente l’enzima mancante, cioè la lattasi, può favorire la digestione del lattosio e ridurre i sintomi legati a questa intolleranza.
Anche i probiotici, i batteri dell’intestino che mantengono sano l’apparato digerente, aiutano l’organismo a elaborare il lattosio. I probiotici, inoltre, si trovano naturalmente in alimenti fermentati come sottaceti, yogurt e crauti, ma si possono anche acquistare sotto forma di integratori alimentari.